“Echoes from South”: brano ispirato dai film di e con Alberto Sordi

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Chi ha una certa età, diciamo che ha passato la sessantina, si ricorderà del grande Alberto Sordi, “er faccione”, che ebbi l’occasione (del tutto fortuita) di salutare ad un semaforo, nel caos del traffico romano. Io ero a bordo di un “auto blu”, di quelle che non hanno divieti, data a disposizione ad un funzionario della mia regione, mio amico di vecchia data che mi offrì un passaggio in direzione degli studi di montaggio per il film “Dancing North” di P. Quaregna e  che si recava in un Ministero il cui nome non mi sovviene, lui sulla sua Lancia Thema, seduto nel sedile posteriore, con l’autista che conduceva, ça va sans dire ( la Tesla non esisteva ancora e dubito comunque che Sordi l’avrebbe comprata: era nota la sua proverbiale inclinazione al risparmio).

Fermi nel traffico, nell’attesa del verde, incrociammo gli sguardi e mi sorrise (forse perché ero passeggero di un’auto blu?) ed io contraccambiai, salutandolo con la mano. L’Albertone nazionale rispose con un gesto cortese e misurato; questo è stato l’unica interazione avuta con un mito della mia gioventù, un gigante del cinema italiano e non solo. Che fosse un caratterista non c’è dubbio, del resto tutti i grandi attori che emersero all’epoca recitavano praticamente loro stessi, ma avevano un carisma tale ( il famoso “daimon” di cui parlo sempre) che li facevano svettare a discapito di tutte le scuole di questo mondo: loro erano nati per intrattenere e non potevano esimersi dal farlo, ed erano così naturali, spontanei che erano credibili. A differenza di Vittorio Gassman, che era più versatile, Alberto Sordi era destinato a ruoli cuciti su misura sulla sua persona, ad esempio nel “Il Marchese del Grillo” o nel “Il malato immaginario” dov’è la sostanziale differenza? Quelli erano film di successo non solo per la trama, ma anche per il protagonista, il grande romanaccio dalla faccia ingenua e triste.

Ma veniamo al brano, che è stata una folgorazione: all’improvviso mi sono ricordato del film “Fumo di Londra” e “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?“, film diretti da Alberto Sordi stesso il primo e dal grandissimo Ettore Scola il secondo.

L’Africa selvaggia, i gorgheggi femminili sensuali e intrisi di malinconia che sottolineano l’ineluttabilità dell’Eros, motore della vita … ebbene tutto questo mi ha ispirato questo brano. Due ore per suonarlo, due giorni per montarlo: prima o poi devo decidermi a delegare questo secondo, faticoso lavoro.

Perché mi interesso di soundtracks? Perché ho fatto questo mestiere praticamente per 30 anni, fra teatro, televisione e cinema.

Ipse dixit.

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