Le curiose affinità tra i filosofi e i monitor (acustici) da studio

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Per entrambe le categorie la ricerca è la “Verità”. La caratteristica principale dei  monitor da studio, soprattutto se costosi e previo un trattamento acustico efficace della stanza d’ascolto, è quella di translare fedelmente il segnale registrato , senza aggiungere o togliere niente; in altre parole, il suono deve essere lineare, senza enfasi su particolari frequenze.

I monitor da studio non devono “piacere” per forza: devono “sputare” la “verità” in faccia. Molti modelli lo fanno gridando, altri (dati i tempi) lo fanno con la retorica  “mascherina” e impastano un po’ il suono sulle alte frequenze, altri rimbombano come i tuoni dei temporali d’estate.

Se traduciamo letteralmente la parola speaker dall’inglese otteniamo il corrispondente italiano: oratore.

E cos’è un filosofo se non un oratore, che parla a se stesso pensando e al pubblico “orando”?

Nella sua accezione più arcaica “orare” significa pregare, ma non voglio usare il termine in questo modo.

Per l’oratore-filosofo si tratta di pensare sul tema della Verità, il resto è veramente sofisticazione e sovrastruttura retorica, da intrattenimento televisivo (magari!) o, nella migliore delle ipotesi, esercizio di stile utile solo a chi lo pratica.

Di alcuni filosofi contemporanei interessanti ne ho già parlato in questo articolo, oggi invece voglio occuparmi di Carlo Sini, che mi incanta e mi convince con il suo pensiero limpido, e con l’educata, carezzevole esposizione del (suo) elucubrare, anche se sa essere graffiante quando dei fatti gli danno veramente fastidio (si cerchi in rete la polemica con Gianni Vattimo) e non esita ad usare degli aggettivi assai “harsh“.

La profondità del processo deduttivo “siniano” mi ha letteralmente sedotto: è sempre sulla soglia della scoperta ontologica, senza mai superarla, essendo ben consapevole che la Verità è un processo.

Grazie Professor Sini per le sue “lectiones magistrales“, che risvegliano, in una modalità del tutto naturale – quasi omeopatica – la percezione del valore delle cose in sè, se mai esistono.

Cosa è reale? Tutto ciò che accade?

Data per vera questa ipotesi, allora siamo perennemente dentro un processo, che è il processo del “divenire”. Le cose non sono mai uguali a se stesse, nemmeno in una frazione di una frazione di secondo: credere il contrario è pura illusione.

L’unica via per costruire qualcosa di “fermo” è convogliare e concentrare  l’energia coscienziale fino a cristallizzarla; così si crea il “Testimone“: quello non muterà mai, e sfugge a qualsiasi descrizione concettuale poiché è un esperienza totalizzante, univoca ed inequivocabile:

è un fatto che ACCADE RARAMENTE (per  reiterarlo bisogna lavorare su di sè)  e resta coerente fino al suo esaurimento energetico, o alla sua interruzione per mancati presupposti.

Ma torniamo al divertente parallelismo con i  diffusori monitor da studio:

Carlo Sini è paragonabile a dei diffusori dipolari tipo le Magneplanar serie Tympani (anche se non sono diffusori da studio monitoring): dolci, setose, con un soundstage infinito, trasparenti, con un basso profondo solo quando effettivamente c’è.

Marco Guzzi è meno lineare, più sanguigno e con apriori religiosi ben radicati… direi JBL serie Studio: tuonanti, colorate su tutte le frequenze ma con funzioni di evidenziatore giallo per chi scrive: il concetto di fondo arriva dritto al lettore.

Vito Mancuso è chiaramente Tannoy  serie Reveal: al pari delle Magneplanar sono dolci, eufoniche, ma non hanno lo stesso, insuperabile soundstage.

Igor Sibaldi, pur non essendo un filosofo in senso stretto, è chiaramente un oratore Bose serie 301 Vintage: piacevolissime all’ascolto, creano una loro propria, giocherellona realtà acustica. E’ una filosofia sonica che divide a metà gli audiofili, tra detrattori ed estimatori, con una leggera predominanza dei primi.

Ed infine Umberto Galimberti, che ripete un mantra da decenni ma è così coerente (e, a tratti, inconfutabile, se si condivide il retrogusto ellenico) da risultare “evergreen“, quindi paragonabile ad un monitor che è un classico: Yamaha NS10M  Studio. Radiografante, graniticamente medioso e triste al tempo stesso.

Anche oggi mi sono divertito.

A seguire una breve ma illuminante conferenza di Carlo Sini.

https://youtu.be/DKNNEkzm1x4

Il contenuto di questo articolo è stato redatto da qualche tempo, nel frattempo le circostanze possono essere cambiate.

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