Che la Corea del Sud fosse un calderone di strepitosi strumentisti/interpreti lo si sapeva già, tuttavia Yohan Kim (che seguo da tempo) it’s NUMBER ONE.
Non è solo un interprete, ha 17 anni e va per i 18, i suoi sodali sono verosimilmente coetanei, tutti incredibilmente bravi ( il chitarrista è il meno “dotato”, ma forse è solo intimidito) . Cosa fa rimanere indietro le nuove generazioni italiane, spinelli-alcol oriented, rispetto a questi ragazzi dalle facce pulite, con una dignità intrinseca nel portamento e nell’espressione dei sentimenti?
Forse il fallimento del modello educativo occidentale? O il ben più grave -per estensione- collasso dell’intera società occidentale, frammentata, campanilistica, nichilistica e incapace, poiché conservatrice di culture monoteistiche destinate solo all’esame autoptico, di seguire il flusso delle nuove energie ?
Una lezione di vita, oltre che di buona musica.
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