Fra dittature e libertà…

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21208Le dittature sono dappertutto, anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Ci sono le dittature della televisione, della pubblicità, dell’informazione faziosa, della cartamoneta, della convivenza coatta, della geo-politica… quindi parlare con cognizione di causa di libertà, in contrapposizione alle dittature, richiede una riflessione più articolata.

In certe zone del mondo anche “l’apparente libertà” è compromessa e questo è certamente un fatto deprecabile. Ci vorrebbero soluzioni drastiche, ma il popolo, attaccato come l’edera alle sue parziali libertà, non ha il coraggio di rivoluzionare il proprio mondo, accontentandosi di un modello di vita che soddisfa i bisogni primari e poco più. Basti dire che la democrazia, o meglio la democratura, è la forma di dittatura più tollerabile: una birra analcolica per alcolizzati, poichè l’istinto basico dell’uomo, il suo lato oscuro, è tutt’altro che democratico. Diventa più tollerante quando ha la pancia piena e qualche garanzia sul futuro, ignorando di fatto che le ipoteche sul domani sono le costruzioni ideologiche più traballanti in assoluto.

La democrazia  è accettata e condivisa perchè insegnata sui banchi di scuola, è basata sul diritto d’opinione, sulla sacralità della vita, sulla tutela delle minoranze, sulla difesa dei più deboli e  sulla famosa frase ” la mia libertà finisce dove incomincia la tua”: di fatto ospita tante serpi nel suo seno.

Ovviamente rimane il patto di non belligeranza più efficace ma non è sovrapponibile al concetto di libertà, nella sua accezione più ampia. Non credo di esagerare nel dire che la vera libertà si paga a carissimo prezzo. Bisognerebbe essere liberi da se stessi in primis, per capire la libertà, ma questa è un’altra storia.

Amen.

Il contenuto di questo articolo è stato redatto da qualche tempo, nel frattempo le circostanze possono essere cambiate.

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